Non porti mai limiti mentali

By Babi Milani
20/11/2020

Voglio raccontarvi un piccolo aneddoto, da insegnante.

Da quando ho iniziato il lavoro tecnico in pista con persone disabili la mia percezione dei limiti ha avuto una netta evoluzione, non perché questi ragazzi siano li a dimostrarlo, come a molti può sembrare, ma perchè anche loro si pongono naturalmente limiti apparentemente insormontabili incolpando la propria disabilità.

Io che adoro esplorare  il confine dei limiti mentali più che di quelli fisici (avendo dovuto a mia volta affrontarli a viso aperto incarriera), in molti casi mi pongo obiettivi che agli occhi delle persone disabili appaiono semplicemente irraggiungiungibili.

Cosi facendo, non arretrando dinnanzia molte false convinzioni, ho spesso ottenuto risultati soprendenti per me cosicome per chi considerava quel traguardo una mera utopia.

Alla premessa segue immediatamente il racconto delle tante volte in cui i mie allievi si presentano prospettandomi una serie di pre-scuse proprio all’incipit del lavoro tecnico.

Naturalmente il meccanismo mentale sotteso tende alla creazione di un più omeno solido alibi che alla vigilia di prove non sempre facili da superare sia in grado di giustificare in tutto o in parte potenziali insuccessi, evitando al contempo di offuscare la propria immagine agli occhi del docente.

Vi sarà certamente capitato di ascoltare frasi ricorrenti del tipo: “la mia curva verso destra non riesce bene a causa di un trauma patito alla gamba sinistra”, oppure “la mia anca è messa piuttostomale”, oppure “il ginocchio è piuttosto malandato”, oppure “la caviglia è decisamente dolorante”, ecc ecc

Beh, intanto si dovrebbe partire dal prespposto che tutti, anche quelli che tra noi sono sani come pesci,  hanno sempre una curva che riesce peggio dell’altra, ovvero nessuno disegna verso destra e sinistra due archi simmetricie perfetti! Di motivi ce ne sono certamente tanti ma spesso non sono affatto legatiai traumi pregressi.

Per dimostrare in qualche modo questa teoria mostro spesso agli allievi la sciata di una simpatica ragazza apparentemente “normale” che in realtà scia alla grande,con una protesi sotto il ginocchio sx, apposta in seguito ad una amputazione avventa qualche anno fa. La curva che riesce meglio, udite udite, è quella nella quale Chicca è in appoggio sulla gamba operata!

Allo stesso modo l’amico Lorenzo, che ha invece patito un gravissimoinfortunio alla caviglia sx, praticamente ricostruita.

Perché? La motivazione psicologica fatico un poco a individuarla ma quella tecnica certamente si. Ciò serve comunque a farvi capire che le curve “peggiori” non sono per forza da ricollegare al presunto mal funzionamento di un arto o di una parte del corpo.

Dunque?  Voglio dirvi allora di fare molta attenzionea porvi dei limiti mentali troppo grandi perchè sono decisamente convinta che moltidi essi si potranno superare con una certa disinvoltura. La mente è molto potente!

Naturalmente per far questo occorre una ferrea volontà, da abbinare alla presenza costante di  tecnici competenti in grado di seguire nel tempo l’evoluzione del gesto cosi come quella della condizione psicofisica, persua natura altalenante.  

Tutto ciò nella consapevolezzache la perfezione è un asintoto, concetto che ci mette davanti alla meravigliosa impossibilità di raggiungerla.

 

asintoto: retta alla quale una curva chesi estende all'infinito si avvicina indefinitamente senza mai raggiungerla ....sempre di curve si parla

A presto Babi

 

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