La Neve è neve

By Babi Milani
17/3/2020

In questi giorni, chiusa in casa a pochi metri dalle piste da sci inaccessibili a causa di questa  emergenza, mi è venuta voglia di creare un blog dove ogni tanto pubblicherò qualche informazione utile a tutti i mie amici e appassionati di sci.

Ho pensato che possa essere uno strumento utile e di supporto, con la possibilità di rispondere alle vostre domande, partendo dal presupposto che quello che dirò sarà una mia opinione personale guidata dalla passione e dall’esperienza maturata sul campo.

Oggi mi piacerebbe parlarvi di come l'inverno che sta tristemente andando, particolarmente avaro di neve sui monti del mio Appennino, mi abbia insegnato tantissimo a livello tecnico.

Ogni giorno al Cimone è stata una lotta: contro le temperature elevate, contro la poca neve, contro il vento che violento si levava sciogliendo la poca neve accumulata.

Gli operatori del Cimone hanno “rifatto” le piste daccapo per decine di volte. Grazie al loro lavoro e al grande impegno profuso ho potuto svolgere al meglio il mio lavoro.

la neve ogni mattina aveva una  diversa consistenza: a volte dura come il marmo, a volte caratterizzata dai grumi creati dai cannoni che a temperature limite non potevano dare il meglio, altre volte morbidissima a causa delle alte temperature, con dossi evidenti già ai primi passaggi.

Insomma, in tanti giorni di lavoro ho trovato poche volte condizioni facili ma posso dire che sono state, come ho detto in precedenza, situazioni dove sia io  che i miei allievi siamo cresciuti tecnicamente tantissimo.

Sono state nevi che non ci hanno permesso o perdonato imperfezioni tecniche, laddove una inclinazione eccessiva rispetto alla velocità o al raggio di curva veniva immediatamente percepita anche in modo rovinoso.

Nevi dove dovevi saper modulare alla perfezione la rotazione e l'inclinazione del piede, dove la parte superiore del corpo bisognava che fosse assolutamente in armonia con quella inferiore.

La cosa difficile per me in condizioni del genere è stata dover mantenere alte l'attenzione e la motivazione dei mie allievi, sopratutto di quelli che abitualmente frequentanto le nevi di Cortina, Madonna di Campiglio e non solo, nettamente diverse soprattutto quest’anno.

E' stato difficile ma è risultato essenziale per una buona riuscita dei miei stage.

Spesso gli allievi rientravano a casa portando con sè sensazioni strane o sgradevoli, comunque difficili da codificare e li vedevo andarsene non proprio soddisfatti. Sapevo però per esperienze vissute numerose volte in carriera che le loro sensazioni non fotografavano il vero.

infatti era solo questione di pazientare attendendo tranquillamente il loro rientro sulle piste delle tante località alpine normalmente fequentate.

Federico L'esempio vivente del mio racconto
Federico , L'esempio concreto del mio articolo

Incredibilmente per loro, ma non per me, si ritrovavano per intero il buon lavoro fatto nel mio Appennino, formidabile palestra naturale e mi riempivano il cuore con parole di stima  raccontandomi delle forti emozioni che avevano provato sciando e provando con successo nuovi gesti tecnici.

Quindi cosa possi dirvi.. il mio motto è che se vuoi diventare bravo.. la neve é neve. Non esiste quella bella e quella brutta. Esiste lo sciatore che si impegna, si adatta e impara.

Per questo mio modo di pesare e agire, credo che sia doveroso ringraziare un mio grande allenatore,lui mi ha fatto capire quanto la capacità di adattamento fosse essenziale per diventare un bravo sciatore e non si sbagliava, Grazie Marcello Marchi

Ora non mi resta che salutarvi e che dirvi che vi aspetto il prossimo anno a vivere e sperimentare questa esperienza, nella speranza che però nevichi un po’ di piu!

Babi

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